Altare maggiore

secolo XVIII ( 1733-1754)

Descrizione

Mensa su volute in marmo nero, con intarsi floreali in marmo bianco di Carrara e marmo giallo Torri. Paliotto bombato a tomba, in marmo rosso con specchiature mistilinee decorate con pannelli sagomati in occhialino scuro. Ai lati della mensa, volte a ricci in marmo nero, con intarsi in marmo grigio, giallastro e verde. Tabernacolo con facciata in marmo grigio, lesene laterali in marmo rosso con capitelli e motivi floreali in ottone dorato. Cimosa del tabernacolo in lamina di ottone sbalzato con finte pietre preziose. Porticina in metallo argentato.  Sulla porta sono rappresentati il simbolo del nome di Cristo "Christos" ( dal greco), e una cerva, raffigurazione dal salmo 42.

"Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a Te o Dio"

Ai lati  e sopra il tabernacolo le sculture in marmo bianco  della Madonna dell'apocalisse con il Bambino e gli angeli.

Nel sepolcretto della mensa, sono riposte le Reliquie dei Santi martiri, Defendente, Adeodato, Ecclesio, Manfredo, Costantino e Savino, rimosse dall'altare della vecchia chiesa.

Nella visita pastorale del 1733 si legge " Caret Altari maiori, quod in presens Veteri diruto novi operis  edificatione construitur" cioè Prima che l'anno (1733) passasse, l'altare venne edificato. A conferma c'è la visita pastorale del 1754 in cui appunto si legge " Altare de novo elaboratur ex marmori ............. prestiosis" continua la descrizione dell'altare che alla fine conclude: " marmora autem elaborata fuerunt a Carlo Nava sub anno 1733 perfecte ad quod altare ascenditur per tres gradus marmoreos"

Da principio si è creduto che l'altare fosse addirittura del 1633, l'erronea convinzione  è dovuta alla lettura della lapide che sta sul retro dell'altare . Erroneamente lo scultore settecentesco ha scritto infatti 1633 e non 1733 come risulta dai documenti.

LAPIDE SUL RETRO

il pannello, convesso, fa corpo unico col blocco di marmo che chiude la parte centrale dell'altare sulla parte posteriore. La scritta è compresa tra una cornice rettangolare scolpita.

D.O.M.

ARAM HANC DEIPARAE SACRUM VIRGINIS

ABSQUE LABE CONCEPTAE

IN HOC PADERNI CALDERARIAE GENTIS FEUDO

A. MARCH. BARTOLOMAEO DE CALDERARIJS

IAM PRIDEM  ERIGI  CAEPTAM

COMES ET  QUESTOR ANTONIUS FRATER

PERFICI CURABAT

AN. DOM. MDCXXXIII

Il numero romano è scritto in modo differente sulla lapide,  il mille e  indicato con due "C" una specchiata rispetto all'altra  ed  una " I" interposta al centro;  mentre il cinquecento è indicato con una "C" specchiata preceduta da una "I".

la data qui riportata è scritta con caratteri diversi  ma è corretta.

Come già accennato la scritta reca un errore dello scalpellino che anziché scrivere 1733 ha scritto 1633. L'altra ipotesi che avvalora l'errore  è il riferimento al marchese Bartolomeo  de Calderaris , che ricompare nella custodia della stauroteca  donata alla parrocchia dallo stesso nobile,   il 21 settembre 1775.

Caratteristiche

materiale: altare frontemarmi misti
materiale altare retro lapidemarmo nero con vene bianche
dimensioni altare frontecm: 285x440x190
dimensione lapide retrocm: 110x77,5
catalogato dalla soprintendenza dei beni artisticischede 11 - 12